La Carcinosi Peritoneale

LA DIFFUSIONE E L'IMPIANTO DI CELLULE NEOPLASTICHE NELLA CAVITA' PERITONEALE E ALLE STRUTTURE ANATOMICHE IN ESSA CONTENUTE .

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Intervento tenuto dal prof. Angelo Di Giorgio, Professore Ordinario di Chirurgia Generale presso il Policlinico Umberto I° di Roma, Docente in Chirurgia Generale presso l'Università di Roma La Sapienza, sulla carcinosi peritoneale .

Gentile Signora, gentile Signore

Intervento tenuto dal prof. Angelo Di Giorgio, Professore Ordinario di Chirurgia Generale presso il Policlinico Umberto I° di Roma, Docente in Chirurgia Generale presso l'Università di Roma La Sapienza, sulla carcinosi peritoneale .

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La carcinosi peritoneale si sviluppa in un’area anatomica: la cavità peritoneale. Questa è rappresentata dallo spazio che racchiude l’addome, la pelvi ed il loro contenuto. È una sorta di contenitore anatomico, le cui pareti sono costituite dalla muscolatura addominale, dal diaframma e dalle ossa della colonna vertebrale e del bacino, e in cui sono collocati tutti i visceri addominali e pelvici. Pertanto il contenuto è rappresentato da: Fegato Milza Intestino (stomaco, intestino tenue, appendice, colon, retto) Utero e ovaie.

Che cosa è e come si muove il liquido pertitoneale?

Ascite

Il liquido peritoneale è prodotto e anche riassorbito dalle cellule del peritoneo e serve ad impedire l’adesione dei visceri fra di loro e a facilitare i movimenti delle anse intestinali rendendole scivolose; è in sostanza una sorte di lubrificante all’interno della cavità addominale. Questo liquido è animato da un movimento (circolazione), che si sviluppa in senso orario. Questa circolazione è utile allo scopo di “lubrificare” l’intero contenuto della cavità addominale e porta il liquido stesso in alcuni distretti dove viene riassorbito. I siti dove il liquido viene maggiormente riassorbito sono rappresentati dai diaframmi, dalla pelvi, dal grande epiploon. In alcuni distretti della cavità addominale si ha un rallentamento della circolazione del liquido peritoneale e in particolare questo avviene nei siti di maggiore riassorbimento, a livello dell’appendice, a livello degli angoli colici destro e sinistro. Forti rallentamenti della circolazione si verificano anche in tutte le zone in cui sono presenti cicatrici o aderenze per precedenti interventi chirurgici addominali.

Quando le cellule tumorali cadono nel liquido peritoneale dopo aver raggiunto e superato il rivestimento più esterno dei visceri, rappresentato appunto dal peritoneo viscerale, in parte muoiono in parte sopravvivono nutrendosi delle sostanze contenute nel liquido stesso. Queste cellule galleggiando nel liquido peritoneale vengono trasportate con la corrente che lo anima e vengono concentrate nei siti di maggiore riassorbimento del liquido peritoneale stesso. In queste sedi si verificano le maggiori possibilità di attecchimento e di adesione al rivestimento peritoneale con formazione di agglomerati di cellule tumorali, che si aggregano in ammassi sempre più grandi dando origine alla carcinosi peritoneale. Progressivamente questi fenomeni tendono a verificarsi in più distretti, sia sul peritoneo parietale che su quello viscerale, diffondendo la carcinosi a tutto l’addome e provocando il fenomeno dell’ascite neoplastica.

Che cosa è l’ascite neoplastica?

L’ascite neoplastica è rappresentata da un abnorme aumento del liquido endoperitonealae, fino a raggiungere quantità di 8-10 litri, nel cui contesto galleggiano milioni di cellule tumorali. Questa enorme produzione di liquido è sostenuta fondamentalmente da due fattori:

Quali sono le conseguenze della formazione della carcinosi e dell’ascite?

La presenza degli impianti carcinomatosi e dell’ascite, quanto più assumono proporzioni rilevanti, tanto più comportano la comparsa di sintomi che compromettono lo stato di salute dell’individuo fino a causarne il decesso, se non adeguatamente trattati.

Il movente fondamentale dei disturbi è rappresentato dall’aumento della pressione endoaddominale, dovuta alla progressiva occupazione di spazio sia da parte delle masse di carcinosi che dalla presenza dell’ascite. Progressivamente i visceri endoaddominali vengono compressi e il normale transito all’interno dell’intestino ne risulta impedito, con la comparsa infine del quadro di occlusione intestinale. Quando gli impianti carcinomatosi infiltrano non soltanto in superficie ma anche in profondità il peritoneo e i visceri che esso riveste, il quadro dell’occlusione si manifesta con maggiore velocità e gravità.

La chirurgia

Peritoneo 3

La chirurgia rappresenta nell’ambito dei tumori l’elemento essenziale di cura. Si può affermare che per la massima parte delle neoplasie maligne solide, quelle cioè che non riguardano il sistema emopoietico (leucemie ), le uniche possibilità di guarigione si verificano esclusivamente quando la chirurgia è fattibile. In particolare i migliori risultati circa la guarigione si ottengono quando è possibile effettuare un intervento radicale, un intervento cioè che sia in grado di eliminare “totalmente “ il tumore. La eliminazione chirurgica del tumore prevede la asportazione dell’organo e di tutte le strutture anatomiche interessate macroscopicamente dal tumore, senza lasciare residui apparenti di malattia. Per ottenere questo risultato è necessario sacrificare in parte o in toto i visceri colpiti dalla sviluppo della neoplasia, così la asportazione dello stomaco, del colon, dell’utero, delle ovaie etc rappresentano le più comuni procedure di exeresi previste per la cura dei tumori endoaddominali.

La chirurgia

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